Esiste un fenomeno di cui tutti gli insegnanti sono loro malgrado testimoni, l’abbandono degli allievi aspiranti yogi. Questo non è assolutamente imputabile ad un naturale calo fisiologico, che naturalmente avviene durante l’anno, ma come spesso accade, ad una vera e propria mancanza di motivazione. La carica motivazionale è insita in ognuno di noi e rappresenta una delle energie fondamentali dell’universo. Per percorrere il sentiero che può portarci ad sperimentare una profonda trasformazione, gli ingredienti fondamentali sono la giusta motivazione, continuità e disciplina.
Gli esseri umani, posseggono un imprinting motivazionale molto forte orientato alla sopravvivenza individuale e della specie, un legame invisibile riconducibile agli albori dell’umanità stessa, quando i nostri antenati erano nomadi raccoglitori, sempre in movimento, in cerca di migliori condizioni di esistenza determinate dalla presenza o meno di disponibilità alimentari. Il nostro retaggio nomadico è ancora insito in ognuno di noi a livello cellulare, questa spinta motivazionale ci porta a voler desiderare di sperimentare nuove strade, nuovi territori, nuove visioni. La condizione di stanzialità sia necessariamente la migliore possibile per la nostra esistenza, forse abbiamo ancora nel nostro corredo genetico qualche memoria di una vita in perenne movimento. E’ possibile che la vita stanziale e sedentaria siano una delle maggiori cause di perdita motivazionale e di depressione? Certo muoversi in continuazione in territori sconosciuti ci porta ad avere quella sensazione di ansia e precarietà che può risultare eccessiva se vissuta forzatamente; ma fermiamoci un attimo e riconnettiamoci con la sensazione vissuta durante i nostri viaggi lontano da casa, come ci siamo sentiti?
Quante volte ci siamo sentiti dire che la vita non è altro che un viaggio, ed in effetti lo è, sia che crediamo in una vita dopo la morte o no, siamo in questo corpo per un periodo infinitamente breve, su questo pianeta terra che viaggia a velocità inimmaginabile attraverso l’universo; questo pianeta che è come un granello di sabbia in un universo infinito. Siamo anime in transito, esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza che ci dà la possibilità di apprendere nuovi insegnamenti, qualunque essi siano.
Quindi, con questa consapevolezza di transitorietà, viene da sé che noi tutti ci troviamo quindi nel pieno diritto a ricercare e sperimentare tutte le possibili modalità per migliorare la nostra esistenza sia umana che spirituale. Ecco che si chiarisce l’importanza del viaggio, l’importanza della via, di un percorso di evoluzione personale necessario affinché si possano acquisire le conoscenze e gli strumenti per affrontare il viaggio della vita.
Ho deciso di dedicare il resto dei miei anni al miglioramento della mia esistenza. Non parlo solo di un miglioramento materiale, che è importante ma oserei dire secondario; intendo un miglioramento esistenziale più profondo, che mi permetta di aumentare la capacità di essere presente e sempre più consapevole
, sto parlando di un percorso che porti alla liberazione dell’anima, un percorso che mi renda consapevole di ogni momento vissuto. Questo al momento è la mia principale spinta motivazionale.
E’ evidente che la consapevolezza e la motivazione che sento di avere oggi, non è assolutamente paragonabile a quella che possedevo 10, 20 o 30 anni fa, quando iniziai questo cammino.
Non possiamo aspettarci che la persona che scelga di iscriversi ad un corso di yoga, meditazione o quant’altro abbia un obbiettivo così evoluto, spesso ci si avvicina per un qualche motivo o bisogno riconducibile all’esperienza quotidiana: diminuire il livello di stress, il rilassamento, la salute, il mal di schiena, la flessibilità ecc. Ma non per questo la motivazione deve venir meno. Quello che intendo è che il primo aspetto che la persona deve mettere in chiaro è la motivazione che la spinge ad imboccare il cammino. Non esiste una motivazione giusta o sbagliata, come non esiste una motivazione che rimanga immutata e valida con lo scorrere del tempo. Il cambiamento è una prerogativa della nostra esistenza, del nostro universo ed il dubbio un aspetto inevitabile del nostro cammino esistenziale..
Il mio Maestro Giapponese Sensei Tameo Mizuno, affermava spesso come la mancanza di motivazione rappresentasse spesso il maggior ostacolo alla continuità e dedizione del discepolo. Questo io lo vedo in prima persona con molti di coloro che si avvicinano allo studio dello Yoga per la prima volta. Quali sono le motivazioni che spingono le persone a voler provare questo percorso, ad affrontare il viaggio? Certamente il trend dello yoga è in crescita, sempre più persone si avvicinano a questo tipo di disciplina, ma quante spinte da una forte e chiara motivazione?
Il primo passo per una pratica di successo a mio avviso, è quello di definire con tutta sincerità le motivazioni che ci portano a cimentarci in quel cammino. Come ho detto prima non esistono motivazioni giuste o sbagliate, a patto che queste rimangano in un contesto di assoluto rispetto per sé, per gli altri e l’ambiente in cui viviamo. Dobbiamo sempre aver chiaro la motivazione perché la chiarezza in questo rafforza e sostiene il nostro impegno
Colui che conosce il proprio obiettivo si sente forte; questa forza lo rende sereno; questa serenità assicura la pace interiore; solo la pace interiore consente la riflessione profonda; la riflessione profonda è il punto di partenza di ogni successo.
Concentriamoci quindi nel ribadire, rinfrescare le nostre motivazioni e metterle sempre li davanti, ben in vista, come la carota fatta penzolare davanti al mulo che traina il carro, la giusta motivazione ci aiuterà a mantenere la focalizzazione verso l’obbiettivo e ci sospingerà avanti anche nei momenti di fragilità o di dubbio che inevitabilmente ognuno di noi incontrerà prima o poi sul proprio cammino.